Anche le mie sirene tacciono. Ancora un canto di dolore sulla strage nel Canale di Sicilia

In Avvenire del 21 aprile 2015, accanto alla foto del cadavere di una bimba che galleggia sulle acque del Mediterraneo, troviamo questo carme epistolare, segnalatoci da Umberto Di Giorgio, membro della CVX/LMS Oscar Romero di S. Arpino (CE). _______________________________________________________________________________ Caro direttore, ho guardato anch’io, dalla mia Cagliari, nelle acque del Canale di Sicilia, in questo aprile 2015 Mi stupisce questo paesaggio di colori che t’accarezza quasi fino al cuore finto vero nelle sue narrazioni, mi stupisce quest’assenza di vento questo coraggio di bonaccia che ti culla. (… avevi nove anni? ne avevi sette? o erano ancora solo cinque sei tutti gli anni della tua vita? E quanti ne sognavi laggiù nel mondo colori pastello di cui cercavi dove andavi dove volevi desideravi delle vite delle figlie dei sorrisi …) A volte, lo so, a volte le onde mugghiano rabbiose note di silenzio a volte (e ve lo devo dire) a volte anche le mie sirene tacciono di colpo e queste corde si fanno lasche e ho paura in questa mia barca senza equipaggio … e il mio amico dorme (… oggi non c’è tempesta di cielo terra e mute silenziose queste acque accolgono il tuo corpo carezzandolo di vite portandolo a D** con tutti i sorrisi di balene e delfinotteri saltellanti in acqua per vederti ridere alla destra del Bene Vivente, così divertita dei loro giochi…) Raffaele Ibba