La passione inconfessabile

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“I” come “Invidia”,  il male segreto

di Rosa Piro

La nostra rubrica accoglie oggi una parola dinanzi alla quale i più inorridiscono, una parola che viene rifiutata, detta a bassa voce, evitata, o gettata come pietra contro chi è accusato di esserne portatore: si tratta della parola invidia, con cui definiamo, in generale, quel sentimento che ci spinge a provare sofferenza per il bene del nostro prossimo. Si è difficilmente disposti ad accettare che questo sentimento ci corroda sotto il cielo dell’arcata epigastrica del nostro stomaco, per questo si è soliti camuffarlo con altri nomi, quali gelosia o cupidigia. Eppure, se volessimo dare una definizione di questi tre sentimenti, scopriremmo che, benché abbiano tutti a che fare con il possesso di un bene, in realtà sono molto diversi tra loro. Nell’introduzione al suo saggio-romanzo, Invidia. Il mal segreto (1998), il brasiliano Zuenir Ventura scrive infatti che «la gelosia è voler mantenere ciò che si possiede; la cupidigia è volere ciò che non si possiede; l’invidia è non volere che l’altro possieda». E lo scrittore continua dando un quadro dei vari sentimenti per cui «l’invidia è un virus caratterizzato dall’assenza di sintomatologia apparente. L’odio schiuma. La pigrizia si espande. La gola ingrassa. L’avarizia accumula. La lussuria si offre. L’orgoglio brilla. Solo l’invidia si nasconde» (p. 10). 

Continua a leggere … icon 08. Rosa Piro. I come invidia

20 luglio 2016

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L’articolo già è stato pubblicato il 12 luglio 2016 sul quotidiano online agora24.it nella rubrica “Dalle parole ai libri”.
 

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