Una brezza leggera

Come alle cinque e mezza del mattino
UNA BREZZA LEGGERA
Elia salì sul monte Oreb per incontrare Dio…
Dal 1° libro dei Re: …Ci fu poi un terremoto, ma Dio non era presente nel terremoto; ci fu un gran vento, ma Dio non era presente nel vento; ci fu un gran fuoco, ma Dio non era presente nel fuoco. Infine ci fu una leggera brezza, ed Elia si coprì la faccia col mantello.
Elia si copre la faccia perchè – nella brezza – ha incontrato Dio: egli non è in grado di guardarlo in faccia perché, come qualsiasi uomo, non potrebbe reggere il passaggio pieno e totale dallo spazio all’Infinito, dal tempo all’Eterno…
Quali sono stati e sono i terremoti, i venti, i fuochi e le brezze nella nostra vita?
Io rispondo ora qui con la mia testimonianza.
Nel 2005 ho vissuto l’esperienza del terremoto quando ho scoperto di avere il linfoma di Hodgkin, un tumore del sangue rivelatosi poi come rerattario, resistente cioè a ogni tipo di chemioterapia e farmaci, senza possibilità di trapianto…;
nel 2006 il vento della vita mi ha scaraventato nel Reparto Ematologia dell’ospedale in 120 notti di ricovero e poi, a 48 anni, fuori dal mondo del lavoro per pensionamento anticipato a causa di inabilità, pur se ora sono dedito a lezioni private di Diritto;
nel 2007 il fuoco del dolore mi ha immerso nella dura esperienza dela Croce non solo spirituale…
Eppure fin dall’inizio, assieme a mia moglie Giuliana e ai nostri quattro figli ho sentito e sento la brezza leggera, ho incontrato Dio. Certo, la preghiera è necessaria: ma non basta se manca l’altro pilastro della vita cristiana: la Comunità: la mia è stata ed è un’esperienza comunitaria, questa mia ora è una testimonianza comunitaria. Non c’è stato giorno in cui, in uno con una preghiera costante da ogni parte d’Italia, non sono stato contattato o telefonato; non c’è stata una sola notte di ricovero, ripeto 120, che non sono stato in compagnia.
Con questa incessante vicinanza della Comunità (famiglia, la mia amata Cvx, parrocchia, amici, colleghi, conoscenti) questo deserto s’è fatto anche oasi, il calvario grazia, la notte luce… Dice il porta Claudel: Il ceppo che brucia non dà solo cenere ma anche calore…
Come salutarvi?
Con un abbraccio e un grazie, e con le parole-commiato della Messa secondo la formula, purtroppo poco usata,
La gioia del Signore sia la nostra forza.
Vamos guagliù!…

Sempre vicini!

[Intervento di Giovanni dal palco di Piazza Plebiscito in occasione della Giornata per la vita 2008]

Come alle cinque e mezza del mattino

Giovanni ha pubblicato, presso l’Editore Chirico, Come alle 5 e mezza del mattino, diario della prima fase della sua malattia, affrontando il tema della sofferenza vissuta in un’ottica di fede.

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