Parte l’osservatorio sulla Città

Da “Nuova Stagione” del 4 ottobre 2009   
“Parte l’Osservatorio sulla città” (iniziativa della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali per leggere la vita della città alla luce della dottrina sociale della Chiesa)


Parte l’osservatorio sulla città


L’iniziativa è promossa dalla Consulta delle aggregazioni laicali

di Mario Di Costanzo *
Da qualche tempo l’emergenza educativa è al centro della riflessione in ambito ecclesiale.

Qualcuno, recentemente, ha preferito l’espressione cura educativa che non rende abbastanza
l’idea. Per intenderci: baby gang, stragi del sabato sera, rave party … ce n’è quanto
basta per capire che siamo realmente in una situazione emergenziale che non cancella la
speranza teologale ma è anche un invito all’assunzione di responsabilità. A coltivare, si potrebbe
dire, una speranza responsabile. Un’emergenza che investe certamente le fasce giovanili
ma colpisce anche quegli adulti che hanno – non da oggi – sostanzialmente abdicato
alle proprie responsabilità. Ovviamente, a Napoli il tema assume peculiarità del tutto specifiche.
Da ciò la necessità di un momento di serio approfondimento finalizzato a chiarire cosa
esattamente è oggi, alla luce del magistero, l’emergenza educativa e in quali termini essa
si configura nel contesto di questa Diocesi.
Da tutto questo nasce il convegno, promosso per il prossimo 12 ottobre dalla Consulta
diocesana delle aggregazioni laicali, su Napoli: quali priorità per l’emergenza educativa?. Un
convegno che non a caso si situa pochi mesi dopo un’analoga iniziativa del maggio scorso e
prima di un altro incontro rivolto, quest’ultimo, alle fasce giovanili. Buon segno! Vuol dire
che il laicato napoletano, dai diversi angoli di visuale, che sono inevitabilmente molteplici,
aggredisce il problema. E lo fa non tanto o non solo per riflettere, come in genere si dice, ma
per individuare percorsi che siano altrettante risposte alle domande insorgenti. Che significa
emergenza educativa in linea generale? E, poi, che significa emergenza educativa qui, a
Napoli, oggi? E ancora: quali sono le risposte – in atto o possibili in futuro – da parte della
comunità cristiana? E delle stesse istituzioni?
Certo, l’iniziativa è rivolta innanzi tutto al laicato associato ma, si potrebbe dire, alla
stessa città. Occorre che in qualche modo, emerga l’immagine di quello che, in estrema sintesi,
si potrebbe definire un laicato che prega, che pensa e che sta dentro le situazioni e sulle
situazioni sa esprimere giudizi di valore. Sotto questo profilo è significativo il fatto che –
a corollario della relazione centrale del Card. Sepe – alcuni degli interventi programmati siano
affidati a responsabili di aggregazioni rappresentative. Ed anche a figure istituzionali
che, nei rispettivi settori, hanno una percezione diretta del fenomeno.
In occasione dello stesso Convegno si potrà anche informare che, a cura della stessa
Consulta, viene alla luce l’Osservatorio sulla città. Le motivazioni sono sostanzialmente quelle
della Gaudium et Spes (si “offra a tutti i cittadini, senza alcuna discriminazione, la possibilità
effettiva di partecipare liberamente e attivamente sia all’elaborazione dei fondamenti giuridici
della comunità civile, sia al governo della cosa pubblica”) e del n. 42 della Christifideles
laici (“tutti i cristiani” hanno una “vocazione nella comunità politica” intesa come partecipazione
alla “molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale,
destinata a promuovere organicamente il bene comune” sia pure “con diversità e complementarietà
di forme, livelli, compiti e responsabilità”). Le finalità sono, poi, su un triplice versante:
offrire apporti qualificati per l’elaborazione di una pastorale diocesana, dare alle stesse
aggregazioni stimoli per ulteriori riflessioni, intervenire sulla città nei modi che, di volta
in volta, si riterranno più idonei.
La struttura sarà molto semplice: 7 laboratori (Formazione/Educazione,
Formazione/scuola, Lavoro, Ambiente, Giustizia, Legalità, Salute e sanità) con una struttura
stabile e uno stabile ritmo di lavoro, composti da membri rappresentativi delle aggregazioni
e guidati da coordinatori ad hoc. Non va, poi, esclusa la possibilità di coinvolgere in
progress laici non associati i quali, pur cristianamente formati, per ragioni professionali e di
condizioni di vita sono, a volte, al di fuori di una dinamica ecclesiale. Essi, tuttavia, sono
spesso dotati di competenze che sarebbero ben lieti di mettere a disposizione. Questa formula
permetterà di valorizzare risorse che, diversamente, rischierebbero di rimanere ai margini
della comunità cristiana. Semplici anche le modalità di lavoro. Prioritaria è l’individuazione
dei nodi problematici che emergono dalla vita delle città (non solo Napoli, ma le città
che rientrano in Diocesi). Seguirà la lettura dei nodi problematici alla luce della dottrina sociale
della Chiesa e, finalmente, la formulazione di proposte (sempre alla luce del magistero
sociale). Va da sé che i laboratori non potranno non operare in stretto raccordo con gli
uffici di Curia competenti che saranno preventivamente interpellati per il prosieguo.
* Direttore dell’Ufficio Diocesano per il Laicato

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