Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, le origini

Le origini della Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli
alt
 

La rivoluzione del luglio 1830, che portò al trono di Francia Luigi Filippo D’Orleans, determinò a Parigi la chiusura delle opere di assistenza cattolica a favore della gioventù studentesca, isolando in un ambiente scettico ed ostile i non molti studenti universitari di fede cattolica.
Un giornalista, Emanuel Bailly, organizzò per questi studenti degli incontri, denominati Conferenze di diritto e di storia, ai quali partecipavano anche giovani di fede ed opinioni diverse e dove spesso si accendevano violente discussioni specie con i seguaci delle idee del pensatore francese Saint-Simon.
Al termine di una di queste riunioni, Antonio Federico Ozanam pronunciò queste parole: “Noi resteremo sulla breccia, ma non provate anche voi, come me, il desiderio ed il bisogno di partecipare, oltre che a queste Conferenze, a riunioni riservate ad amici cristiani e consacrate tutte alla carità? Non vi pare che sia tempo di passare dalle parole all’azione e di affermare con le opere la vitalità della nostra fede?“.
Il 23 aprile 1833 in Rue de Petit-Bourbon-Saint-Sulpice si ritrovarono Ozanam, Le Taillandier, Lamache, Lallier, Devaux, Clavè e Bailly; la riunione iniziò con l’invocazione alla Spirito Santo e con la lettura di un brano dell’Imitazione di Cristo; furono stabiliti due punti fondamentali degli incontri:

alt
carattere semplice, amichevole, di scambievole confidenza tra i frequentatori
fine pratico, attivo, di fede operante
 

 

Fu deciso di chiamare tali incontri Conferenze di Carità.
Venne interpellato, dietro suggerimento di Bailly, un sacerdote, il Curato di Santo Stefano al Monte, per ottenere consigli e questo atto voleva significare il rispetto, il riconoscimento, la deferenza all’autorità della Chiesa di questo gruppo di laici, che volevano operare cristianamente.
Dopo qualche serena discussione fu decisa, come campo pratico d’impegno, la visita alle case dei poveri; fu interpellata Suor Rosalie Rendu, superiora delle Figlie della Carità, la quale fornì l’indirizzo di alcune famiglie povere da visitare.
Fu scelto come Patrono San Vincenzo De Paoli, il grande santo vissuto circa due secoli prima e venne eletto il presidente nella persona del Sig. Bailly.
Fu deciso di finanziare l’opera mediante una questua tra i partecipanti, libera e segreta ed il giovane Devaux, nominato tesoriere, raccolse con il proprio cappello le offerte degli amici. La seduta terminò con una preghiera di ringraziamento alla Vergine Maria, che successivamente venne nominata Protettrice.

 

Nella successiva adunanza, otto giorni dopo, con le stesse modalità ci fu l’assegnazione delle famiglie da visitare.

I caratteri fondamentali della Conferenza furono così individuati:

alt
la laicità
l’ossequio all’autorità della Chiesa e la filiale sottomissione ad essa
il fine di elevazione spirituale e santificazione dei suoi membri e dei poveri assistiti
la semplicità, amicizia e fraternità dei rapporti tra i confratelli
la collegialità delle decisioni
la forma pratica, attiva, diretta della carità e la visita alla casa delle famiglie povere, come attività non individuale ma solidale del gruppo
 

Alla fine di agosto, inizio delle vacanze estive per gli studenti universitari, i confratelli erano diventati quindici, mentre alla ripresa delle lezioni autunnali salirono a venticinque, per l’adesione di un gruppo di giovani lionesi contattati da Ozanam durante il suo soggiorno in famiglia. Le riunioni avevano periodicità settimanale; fu creata la carica di segretario.
Nel gennaio 1834 venne fatto il primo rendiconto al parroco nella cui giurisdizione operava la Conferenza e si precisò così la posizione di ossequio alla gerarchia ecclesiastica, riservandole l’assistenza spirituale e non la direzione che spettava ai laici.
Nella seduta del 4 febbraio dello stesso anno venne deciso di cambiare denominazione da “Conferenza di Carità” in ” Conferenza di San Vincenzo De Paoli” e fu stabilita la celebrazione della festa del Patrono, la cui memoria liturgica allora ricorreva il 19 luglio, mentre oggi è il 27 di settembre; fu deciso anche di celebrare la festa dell’Immacolata Concezione, della quale allora si aspettava la promulgazione del dogma, avvenuta nel 1854.
Nel mese di maggio alcuni confratelli assunsero l’incarico di insegnare a leggere ed a scrivere agli operai; questo servizio si aggiungeva alla visita domiciliare.
Alla ripresa dei corsi universitari nel mese di novembre 1834 i confratelli ammontavano a 200 ed era nata un Conferenza a Nimes per opera di Leònce Curnier, amico di Ozanam; alla fine dell’anno erano 250 ed avevano dato vita ad un’Opera per la moralizzazione dei detenuti, a biblioteche, al guardaroba ed altre iniziative.
Le Conferenze vissero senza alcun regolamento per oltre due anni, fino a quando fu affidato il compito di redigerlo a Lallier, aiutato da Ozanam. Fu presentato nell’Assemblea Generale dell’8 Dicembre 1835 e le Conferenze furono denominate globalmente Società di San Vincenzo De Paoli.
Il Regolamento codificava abitudini già sperimentate, non erano norme studiate a tavolino, bensì consigli formulati perché i confratelli dei periodi successivi avessero linee guida, perché tutti sentissero l’unità profonda della istituzione e la tentazione di vanità dei singoli scomparisse nella comunione del lavoro di tutti.
La prima Conferenza di Parigi, per l’incremento numerico dei confratelli, si gemmò in sezioni, nel rispetto di una proposta avanzata da Ozanam già molto tempo prima nella lettera indirizzata a Bailly il 20 Novembre 1834. L’unità delle Conferenze era garantita dal Consiglio Generale con sede a Parigi. Il rapido espandersi delle Conferenze a Parigi ed in altre città determinò l’esigenza di creare organismi di collegamento intermedio che furono chiamati “Consigli Particolari”; perciò nel Dicembre 1839, al Regolamento vennero aggiunti i capitoli riguardanti tali Consigli, le Conferenze isolate, i membri onorari e i benefattori.
Nel 1836 a Lione Ozanam aveva fondato una nuova Conferenza, della quale divenne presidente. Questa Conferenza sviluppò notevolmente attività a favore di disoccupati, di apprendisti, di stranieri di passaggio, accanto alla visita a domicilio dei poveri. Di queste attività lo stesso Ozanam dava precise informazioni al Consiglio di Parigi.
Le Conferenze ben presto si estesero fuori della Francia e quindi fu necessario istituire altri organi di collegamento col Consiglio Generale, nell’esigenza assoluta di mantenere l’unità. Il I° Aprile 1850 fu aggiunto al Regolamento il capitolo riguardante i Consigli Superiori, che avevano giurisdizione sulle Conferenze di un intero Stato. Il 31 Marzo 1856 fu adottato il Regolamento dei Consigli Centrali e Metropolitani.
La Società ebbe il riconoscimento della Santa Sede con il Breve Pontificio di Gregorio XVI del 10 Gennaio 1845, che accordava l’indulgenza plenaria a tutti i membri della Società. Altri cinque successivi Brevi completarono in seguito il patrimonio dei favori spirituali. Il privilegio era riservato ai soli Consigli istituiti ed alle Conferenze aggregate dal Consiglio Generale, che riceveva così dal Pontefice l’investitura ufficiale di una autorità che si estendeva al mondo intero, garantendo quell’unità associativa che non si sarebbe mai più spezzata.
Alla fine del 1847 le Conferenze erano 369, di cui 94 al di fuori della Francia; (Roma, 1836; Inghilterra, 1844; Belgio, Scozia, Irlanda, 1843; Germania, Paesi Bassi, Grecia, Turchia, 1846; Stati Uniti, Messico, 1846; Canada, 1847).
Nel 1851, per richiesta del Consiglio Generale, il Santo Padre designò un Cardinale Protettore della Società di San Vincenzo De Paoli, nella persona di S.E. il Card. Fornari, che per vari anni era stato Nunzio Apostolico a Parigi. La figura del Cardinale Protettore è rimasta fino agli anni 1960 e l’ultimo fu S.E. il Card. Benedetto Aloisio Masella.

fonte www.sanvincenzoitalia.it

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *