LA VITA VINCE! Scrive Alex Zanotelli sul referendum acqua

Acqua bene comune
Acqua bene comuneLa cittadinanza attiva italiana ha  ottenuto una straordinaria vittoria raccogliendo un milione e quattrocentomila firme per chiedere un referendum contro la privatizzazione dell’acqua(Legge Ronchi ,19 novembre 2009).

Questo grazie a una straordinaria convergenza di forze sociali che vanno da associazioni laiche come Arci o Mani Tese, o cattoliche come Agesci o Acli, da sindacati , da movimenti come NO TAV o NO Dal Molin, da reti come Lilliput o Assobotteghe…. In nessun referendum si era mai visto un tale schieramento di forze sociali così trasversali , che hanno trovato poi la capacità di organizzarsi a livello locale, provinciale, regionale. E’ stata l’acqua, fonte della vita, che ha riunito in unità la cittadinanza attiva. E’ fondamentale notare che tutto questo è avvenuto senza l’appoggio dei partiti, senza soldi e senza la grande stampa. I partiti al governo ci hanno attaccato pesantemente (le dure dichiarazioni di Ronchi e Tremonti), mentre i partiti dell’opposizione presenti in Parlamento(PD e IDV)ci hanno remato contro.

Il Comitato Referendario ha sfidato il popolo italiano con delle scelte ben precise. In piena vittoria del mercato e della finanza, i 3 quesiti referendari chiedevano che , primo, l’acqua venisse dichiarata un bene di non rilevanza economica, secondo, l’acqua venisse tolta dal mercato e, terzo, che non si facesse profitto sull’acqua. E’ il massimo che si può chiedere a un popolo in pieno neo-liberismo.

Intorno ai banchetti della raccolta firme, si è svolta “la ba

er un bene comune(insieme all’aria) più prezioso che abbiamo.

A Roma abbiamo festeggiato questa vittoria a Piazza Navona il 19 luglio, portando poi  gli scatoloni contenenti le firme  alla Corte di Cassazione. Che festa!

Ma ora si apre la campagna referendaria vera e propria!

Per questo, il 4 settembre, i referenti regionali del Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblica, si sono ritrovati a Roma per valutare come procedere e sopratutto per preparare l’incontro nazionale di tutto il movimento in difesa dell’acqua pubblica, che si terrà a Firenze (18-19 settembre).

La Corte Costituzionale entro il 15 ottobre dovrà esprimersi sulla validità delle firme raccolte e poi darci i quesiti referendari, ed infine dovrà fissare la data del referendum dal 15 aprile al 15 giugno 2011.

E’ un appuntamento fondamentale questo,per cui dobbiamo organizzarci così bene da portare almeno 25 milioni di italiani a votare (è il quorum necessario per la validità del referendum).

Mi appello a tutti perchè ogni cittadino italiano e ogni cristiano si impegni per salvare “sorella acqua”. In questo cammino referendario, abbiamo avuto l’impegno serio di tante associazioni cristiane, di parrocchie e anche di diocesi (la diocesi di Termoli per esempio), ma ci è mancata la voce dei Vescovi, sopratutto della CEI. Dopo le parole così chiare del Papa sull’acqua nella sua enciclica sociale, mi aspetto che i vescovi facciano altrettanto ,perchè questo è un problema etico, morale, vitale per il nostro paese e per l’umanità.Se perdiamo il referendum sull’acqua, abbiamo perso tutto.

Per questo chiediamo a tutti di impegnarsi a tutti i livelli.

A livello personale chiediamo uno sforzo per informarsi e informare sull’acqua tramite internet (www.acquabenecomune.org), tramite cd o dvd (come Per amore dell’acqua), libri, opuscoli per potere poi coscientizzare la gente con incontri pubblici, dibattiti, conferenze e serate sul tema. Solo così potremo portare 25 milioni di italiani a votare. La grande stampa e i media non ci aiuteranno!

A livello comunale, chiediamo a tutti di fare pressione sui propri consigli comunali perchè votino a maggioranza che l’acqua è un bene di non -rilevanza economica, modificando poi lo statuto comunale per inserirvi quella decisione. Questo potrebbe diventare un altro referendum popolare. Perché, per esempio, per la Giornata dell’acqua (22 marzo 2011), non potremo invitare quei Comuni che hanno così votato ad esporre un simbolo  e a contarsi?Potrebbe essere questo  il referendum dei Comuni.

Ma c’è di più! Dobbiamo far passare la notizia che la legge Ronchi non proibisce il totalmente pubblico. E quello che la legge non proibisce , facciamolo! Dobbiamo gridare dai tetti che i Comuni, le province, le regioni e le comunità di valle che vogliono gestire  la loro acqua come Azienda Speciale o Ente di Diritto Pubblico, lo possono fare. E’ questo il contributo della cittadinanza attiva di Napoli alla lotta contro la privatizzazione dell’acqua.E’ stato l’avvocato M. Montalto, sostenuto dall’Ordine degli avvocati dell’Ambiente di Napoli, e il costituzionalista A.Lucarelli della Federico II di Napoli, a dimostrare che questo si può fare. E’ questa  la sfida in atto in Puglia per trasformare l’Acquedotto Pugliese da Spa a Ente di diritto pubblico. E’ la sfida in atto nel Comune di Napoli di far passare l’Arin da Spa a Azienda Speciale. Speriamo che questo avvenga presto e Napoli diventi la “capitale dell’acqua pubblica”, anticipando il risultato del referendum.

Ci conforta in questo la decisione dell’assemblea Generale dell’ONU, che ha approvato lo scorso luglio la risoluzione che “dichiara il diritto all’acqua potabile e sicura e ai servizi igienici ,un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani” .

“Questa risoluzione è un fatto storico importante- ha detto R.Petrella – , un significativo passo in avanti sul cammino dell’accesso all’acqua potabile per tutti.” Questo nostro impegno per l’acqua pubblica, ha infatti una portata mondiale, sopratutto per i più poveri.

Sull’acqua ci giochiamo tutto sia per noi, sia per i poveri. Se perdiamo l’acqua, abbiamo perso tutto.

Dobbiamo vincere! Se ce l’ha fatta l’Uruguay, la Bolivia, l’Ecuador, Parigi, ce la possiamo fare anche noi.

Diamoci da fare : si tratta di vita o di morte per noi, per i poveri, per il pianeta.

Alex  Zanotelli

* * *

Avendo ricevuto da molti la richiesta di ricapitolare l’iter del referendum proviamo a sintetizzarlo in 4 punti basati sulla Legge 352/70 e su alcuni precedenti in tema di referendum.

Unica nota da fare è che su questo percorso incombono le sorti del governo e della possibile convocazione di elezioni anticipate.

 

La Cassazione:

Come sapete il 19 Luglio 2010 abbiamo depositato in Corte di Cassazione, in particolare presso l’Ufficio Centrale per il Referendum, oltre 1.400.000 firme per ognuno dei 3 quesiti. Quest’organo, entro il 31 ottobre, avrà il compito di verificare la validitià delle 500.000 firme necessarie per ogni quesito e, in caso di altre richieste referendarie simili ritenute valide, proporre l’accorpamento di quesiti “che rivelano uniformità o analogia di materia”.

Entro il 15 dicembre la Cassazione, sentiti i promotori, emette con ordinanza definitiva la decisione sulla legittimità delle richieste, provvedendo all’eventuale accorpamento (art. 32). Nel nostro caso l’unico “rischio” di accorpamento è tra il nostro primo quesito e il quesito sull’acqua proposto dall’IDV.

 

La Corte Costituzionale:

A questo punto il Presidente della Corte Costituzionale dovrà stabilire un’udienza entro il 20 Gennaio in cui valutare i referendum in relazione al dettato costituzionale. Da questo momento fino a tre giorni prima della data fissata per l’udienza è possibile la presentazione di memorie sulla costituzionalità dei quesiti da parte di promotori e del Governo.

Successivamente, con atto dal pubblicarsi entro il 10 Febbraio, la Corte si dovrà esprimere su “quali tra le richieste siano ammesse e quali respinte, perché contrarie al disposto del secondo comma dell’articolo 75 della Costituzione.” (art. 33)

 

Il Presidente della Repubblica:

Avuta notifica della sentenza della Corte Costituzionale il Presidente della Repubblica, su delibera del Consiglio dei Ministri, dovrà fissare una data per lo svolgimento del referendum in una domenica compresa tra il 15 Aprile e il 15 giugno.

Nel caso di anticipato scioglimento delle Camere o di una di esse, il referendum, sebbene già indetto, si intende automaticamente sospeso all’atto della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto di indizione dei comizi elettorali; i termini del procedimento per il referendum riprendono a decorrere a datare dal 365° giorno successivo alla data della elezione. (art. 34)

 

Elezioni anticipate:

Nel caso in cui si vada a voto politico anticipato viene influenzata la tappa relativa agli atti che l’esecutivo deve compiere per l’indizione del referendum. In caso si andasse alle elezioni anticipate durante quest’ultima fase (orientativamente tra febbraio e giugno 2011), per legge il voto slitta quindi alla primavera del 2012 (art. 34), a meno di approvazione da parte del “nuovo” parlamento di una legge deroga che consenta di svolgere il referendum al di fuori del periodo previsto dalla legge (ad es. nell’autunno del 2011), come già avvenuto nel caso del referendum sul nucleare (L. 332/87).

 



Segreteria Campagna Referendaria Acqua Pubblica
Via di S. Ambrogio n.4 – 00186 Roma
Tel. 06/97615507 Fax 06 68136225
Lun.-Ven. 10:00-19:00;
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org


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