Un Sì o un No
ai tempi della caduta delle ideologie
di Antonio M. Cervo
Se un marziano atterrasse per caso sulla Terra e volesse mettersi ad ascoltare un attimo quelli che sbandierano il Sì o il No in vista del prossimo 4 dicembre, di chi si fiderebbe?
Essere chiamati a votare oggi, in un senso o in un altro, senza avere più punti di riferimento autorevoli, ma soprattutto credibili, fa sentire spesso molti effettivamente come “marziani” strattonati dai “pifferai magici” di turno dei talk show o dei comizi, dove l’unico fine pare che sia quello di usare tutti i sofismi possibili per carpire il voto.
Per molti tutti ciò è “carta conosciuta”, dato che in prossimità delle votazioni da sempre ci si ricorda di una scarpa data prima e dell’altra dopo le urne oppure di elemosine promesse ai cittadini, mascherate da “sussidi sociali”. Per altri versi, però, alcuni appuntamenti elettorali suonano diversamente e hanno il sapore dell’appuntamento con la Storia, spesso per la delicatezza di ciò di cui si parla, a tal punto da creare, soprattutto in chi è conscio dell’importanza del proprio voto, una sensazione di diffuso disorientamento di fronte alla paura di svenderlo al “miglior offerente”, che sappia esporre, nel modo più allettante, i propri argomenti.
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12 ottobre 2016