Referendum Acqua pubblica, comunicato sulla conferenza stampa del 1° febbraio

COMUNICATO STAMPA 2 FEBBRAIO 2011

 

Oggetto: Resoconto conferenza stampa di martedì 1 febbraio 2011 sul lancio della ”Campagna Referendaria 2SI’ per l’Acqua Bene Comune” in Campania

 

Apre la conferenza Consiglia Salvio, referente regionale ”Comitato Referendario Campano 2SI’ per l’Acqua Bene Comune”, sottolineando in primis il ruolo trainante della Campania in questo impegnativo cammino verso la gestione pubblica dell’acqua: 93.000 campani hanno infatti firmato contribuendo a quel milione e 400mila firme raccolte nella primavera 2010 in tutta Italia che ha consentito l’avvio dell’iter referendario. Ha poi ricordato i due quesiti referendari approvati lo scorso 26 gennaio dalla Corte Costituzionale (abrogazione dell’articolo 23 della L.133/2008 sull’affidamento della gestione dei servizi pubblici a soggetti di rilevanza economica, e dell’articolo 154 del D.Lgs 152/2006 sulla remunerazione del capitale) e come il Decreto Ronchi pesi come una spada di Damocle sulle nostre teste. Ma, aggiunge, l’aver già dimostrato, in Campania, la capacità organizzativa dal basso ci deve motivare in questa nuova fase di impegno per il referendum. Ricorda poi due fatti importanti a livello nazionale, la richiesta di moratoria al Governo per sospendere qualsiasi affidamento dell’acqua al settore privato in attesa che i cittadini si esprimano col sommo voto, e la richiesta di accorpamento del referendum alla tornata elettorale amministrativa di maggio per evitare sprechi di soldi pubblici e la dispersione dell’impegno civico. Le fa eco Vittorio Forte, referente con lei per la Campania, che sottolinea il valore di questo progetto di costruzione della rete campana per il referendum. Ha infatti messo l’accento sulla necessità di riorganizzarsi, nominando dei referenti sia a livello provinciale che territoriale, in maniera la più capillare possibile, perchè sarà necessario raggiungere tutti i Comuni della regione, parlare alla gente, informare in modo preciso sul referendum e sui beni comuni. Riferendosi all’autofinanziamento, ha ricordato che il 5 e il 6 febbraio prossimi saremo in tutte le piazze d’Italia. E ha menzionato, sul piano della comunicazione, le iniziative nazionali – come la bottiglia firmata Philippe Starck e le cartoline -, e l’iniziativa campana: segnalibri con slogan allegri realizzati con le foto scattate a Napoli nel corso della Mobilitazione Nazionale per l’Acqua Pubblica del 4 dicembre scorso.

 

Prende la parola l’avvocato Maurizio Montalto che spiega perchè la non approvazione del secondo quesito refrendario da parte della Corte Costituzionale non tolga forza alla battaglia per la gestione pubblica dell’acqua. In effetti la Corte ha giustamente ritenuto di dover operare una semplificazione in quanto il secondo quesito appariva più una norma di collegamento tra il primo ed il terzo (approvati) ribadendo in un certo senso le medesime questioni relative all’affidamento dei servizi ai privati, secondo quanto previsto dal decreto Ronchi. In sostanza, cadendo, in fase referendaria, l’oggetto del primo quesito, automaticamente anche l’oggetto del secondo (ma per il quale non si andrà a votare) verrà meno. Interessante poi il riferimento al fatto che tornando a una gestione totalmente pubblica dell’acqua ma a parità di tariffe il margine di profitto ”liberato” dalla tasche private possa servire ad utilità più sociali, ad esempio a stabilizzare i contratti dei lavoratori del settore. Ne deriva d’obbligo una riflessione condivisa da tutti i presenti sul fatto che liberalizzare non significhi rendere libero ma al contrario rendere privato!; in tal senso l’uso delle parole è purtroppo strumentale, in quanto la parola privatizzare metterebbe in allarme mentre liberalizzare ha in sé un’accezione comunque positiva. L’acqua poi, è libera di suo: come ci ricorda uno dei ”perchè l’acqua deve essere pubblica” riportati sul segnalibro campano, i ghiacciai, le nuvole e la pioggia non hanno mai avuto padroni. Come del resto tutti i beni comuni, ultima frontiera delle appropriazioni speculative.

 

La parola tocca a Raphael Pepe e Roberto Valestra, responsabili per l’area di Napoli città. Raphael ricorda i primi passi organizzativi mossi giusto un anno fa con pochi mezzi e tanta buona volontà che ci fa ben sperare per questo slancio finale verso il referendum; Roberto racconta di quando nel 2003 la privata Gori S.p.A. (che oggi gestisce i 76 comuni di Ato3 nell’area sarnese vesuviana) faceva la sua comparsa di prode azienda privata capace di sottrarre il pubblico al caos. I dipendenti ex-pubblici di allora, assorbiti dalla Gori, ritenevano insolenti le avvertenze di chi, come Alex Zanotelli e lo stesso Valestra, paventava in tale cambio gestionale una ben ampia disfatta dei diritti; oggi quegli stessi lavoratori, di recente preavvertiti dalla società di un piano di rientro ”sana-bilancio” che al primo posto quota licenziamenti e cassintegrazione, manifestavano lo scorso 28 gennaio al fianco dei ”tribolati” di Pomigliano e di quanti hanno a cuore i diritti di base, come il diritto al lavoro e ai beni comuni.

 

Alex Zanotelli chiude la conferenza stampa, ribadendo, come fa sempre, l’importanza di credere nel paradigma di “un mondo altro da questo”. Queste alcune delle sue forti parole: “Leggendo il New York Times oggi riflettevo sul fatto che se gli arabi riescono ad andare oltre le ideologie e a battersi per le cose essenziali, il pane, la dignità, .. noi? Il nord Africa sta esplodendo chiedendo che cosa? Chiedendo la libertà. E anche il sud Europa, vedi la Grecia, sta esplodendo. Tutti i popoli del bacino mediterraneo si stanno attivando, e noi dobbiamo farlo con l’acqua. Due sono gli aspetti importanti: il primo, il popolo riesce a dire no al profitto, no al mercato. Il secondo, passa una legge ma il popolo si ribella. I nostri amici africani ce la stanno facendo; al di là delle ideologie, ce la dobbiamo fare anche noi. Perciò tornando all’acqua, dobbiamo ispirare ai cittadini italiani un senso di ottimismo. Ed ecco che i due sì del referendum (segnati con la mano, ndr) diventano il simbolo della vittoria. Lo stesso gesto degli egiziani di questi giorni.”. E poi ancora: “Bisogna battere il profitto, mettere al centro l’uomo e i beni comuni. Perchè i popoli del mondo sono stati espropriati dei loro beni, questa è la verità”. E in ultimo pensando a Napoli, che vive enormi e ingiuste frustrazioni (rifiuti, pasticci e incapacità politiche, inquinamento) chiosa così: “Napoli è grande ed è quindi importante. Bisogna coinvolgere più gente possibile per questo referendum. Per far sì che un giorno il Comune possa vergognarsi per non aver dichiarato l’acqua un bene di diritto pubblico”.

 

Napoli, 2 febbraio 2011

Comitato Referendario Campano 2SI’ per l’Acqua Bene Comune

 

 

Addetto stampa

 

Simona Schiano di Coscia

t/ 380 3537551 – 081 5586718

simaonasdic@gmail.com

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