2 Febbraio 2010 – La Gori sospende l’acqua ad una famiglia di Angri

Cinque mesi fa la Gori ha sospeso il servizio idrico ad una famiglia di Angri.
(Tralascio le modalità antidemocratiche attraverso le quali la Gori è
subentrata al Comune di Angri nella gestione del servizio idrico perché ormai
le conosciamo bene).
Vi racconto la storia per quanto mi è stato riferito da una dipendente
comunale di Angri.
La famiglia è di origini albanesi, ma vive ad Angri da molti anni. Marito,
moglie e due bambini.
La Gori ha sospeso il servizio idrico per una bolletta di 600 euro, datata
2005 e non pagata.
Per sapere il motivo del distacco, avvenuto quando nessuno era in casa, la
proprietaria ha dovuto effettuare questa procedura:
si è inizialmente rivolta alla Gori, ma non ha ottenuto risposta. Si è poi
affidata ad un avvocato (Pastore) che si dice appartenere al comitato
cittadino
di Angri per la difesa dell’acqua ( comitato cittadino che pare esistere solo
sulla carta…). L’avvocato non è riuscito a risolvere
granchè. La signora ha quindi inviato fax al comune, ai carabinieri e alla
Gori, ma non ha ottenuto risposta. Ha poi denunciato la Gori facendo appello
all’articolo 700 del codice civile (credo riguardi i casi di estrema urgenza).
Nessuna risposta. Ha  mandato un fax al tribunale di Nocera Inferiore, ma il
giudice Amedeo Sessa, sollecitato, ha sostenuto  di non aver mai ricevuto tale
fax. Il caso è passato ad un altro giudice. Nel frattempo, anche gli atti
hanno
cambiato depositario finendo nella caserma di Castel San Giorgio (lì la
Gori ha una delle sedi amministrative). Solo nel momento in cui le carte sono
finite nelle mani dei carabinieri di Castel San Giorgio la signora ha saputo
della bolletta non pagata nel 2005 (anno in cui la Gori non era ancora
subentrata al Comune nella gestione del servizio idrico).
Ma non finisce qua.
L’incartamento da Nocera Inferiore è stato poi mandato a Perugia, dove si
trovava il
marito della signora, trasferitosi lì per trovare lavoro. Il motivo? La Gori
ha
preteso di parlare della vicenda solo con il marito, probabilmente
intestatario
della bolletta. Il marito della signora è poi ritornato ad Angri – a Perugia
non ha trovato lavoro – , ma l’incartamento non è ancora tornato indietro.

Morale della storia: la famiglia dopo cinque mesi è ancora senza acqua. Sta
vivendo acquistando acqua in bottiglia e grazie alla solidarietà dei vicini di
casa che
forniscono loro acqua per lavarsi e lavare.

La signora ha provato ad allertare i quotidiani (è uscito un lungo articolo
su “Il Mattino”) e le istituzioni, ma non ha ottenuto niente, per ora.
Inoltre,
essendo straniera, ha paura di alzare troppo la voce e teme altre ritorsioni.

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